Sono passati 24 mesi dall’approvazione della legge Cirinnà, il passaggio evolutivo che ha visto l’Italia impegnata in una svolta epocale: l’unione civile di coppie dello stesso sesso.
il nostro Paese è diventato così il 27° Paese europeo che riconosce legalmente le coppie omosessuali e regolamenta le convivenze al di fuori del matrimonio.
La legge recita: “1. La presente legge istituisce l’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale ai sensi degli
articoli 2 e 3 della Costituzione e reca la disciplina delle
convivenze di fatto.
- Due persone maggiorenni dello stesso sesso costituiscono un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni.
- L’ufficiale di stato civile provvede alla registrazione degli atti di unione civile tra persone dello stesso sesso nell’archivio dello stato civile. “ Leggi tutto il testo
Come per le coppie di tutto il mondo, anche le unioni di persone dello stesso sesso sono soggette a ripensamenti e a volte le basi dell’unione possono rivelarsi poco solide. Il primo “divorzio” avvenuto in tal senso riguarda due donne della provincia di Vicenza. Le due mogli di 35 e 40 anni, dopo un anno di vita insieme hanno deciso infatti di chiedere lo scioglimento dell’unione.
Le due, ormai ex mogli, hanno presentato una dichiarazione con la loro volontà comune di rompere l’unione civile all’ufficio di stato civile del Comune di residenza e dopo tre mesi — questo il tempo previsto — sono comparse in tribunale, affiancate dall’avvocato Massimo Pagnin di Vicenza, che aveva avuto modo di parlare di persona con la senatrice Monica Cirinnà promotrice della legge che norma le unioni civili.
La causa?
Come in moltissime coppie, l’idillio iniziale, si è poi scontrato con divergenze caratteriali che hanno impedito alla coppia di convivere serenamente.
Legge Cirinnà e Scioglimento dell’unione civile.
In virtù di quanto previsto dalla legge numero 76/2016, ognuno dei partner è libero di chiedere il divorzio in qualsiasi momento, anche se l’altro non è d’accordo.
È però necessario formalizzare lo scioglimento del legame.
Contrariamente a quanto avviene per il matrimonio tra uomo e donna, l’unione civile si può sciogliere più celermente, senza dover passare per una prima fase di separazione.
Si può richiedere il divorzio in Tribunale, davanti al Sindaco o ricorrendo alla negoziazione assistita da avvocati.
Al partner economicamente più debole può essere riconosciuto il diritto agli alimenti posti a carico dell’altro e l’assegnazione della casa.