In base al decreto legge del Governo, il Reddito di cittadinanza DEVE essere “incrociato” con le nuove regole sul divorzio; la Cassazione – a luglio 2018- ha stabilito che l’assegno è dovuto quando tra marito e moglie (o tra gli uniti civili, nel caso di coppia same sex) c’è una rilevante disparità economica, dipendente da scelte fatte durante il matrimonio e se chi chiede l’assegno non è in grado, con i propri mezzi, di colmare questo divario.
Sino a oggi chi voleva l’assegno doveva provare di aver cercato inutilmente un lavoro, inviando curricula o iscrivendosi al Centro per l’impiego; quanto più giovane era il richiedente l’assegno, tanto più era richiesta una prova rigorosa. Esemplificando, si è sostenuto che una donna cinquantenne che non avesse mai lavorato non potesse ricollocarsi sul mercato del lavoro, anche se qualificata e ben istruita. Diverso l’approccio verso le under 40, considerate (e non sempre a ragione) facilitate nella ricerca di un’occupazione, anche se non corrispondente al livello di istruzione conseguito.
Fonte: La Repubblica