Un intervento di interruzione di gravidanza sbagliato e la conseguente nascita indesiderata di una figlia,  hanno portato una famiglia di Alessandria a cambiare totalmente lo stile di vita di due coniugi. Un errore che l’azienda Ospedaliera deve pagare non solo alla madre ma anche al padre.

Prendendo spunto dal caso avvenuto ad Alessandria, cerchiamo di capire com’è andata la vicenda che ha rivelato il diritto di entrambi i genitori a essere risarciti.

Il caso:

Il Tribunale di Alessandria rigetta in un primo momento la richiesta di risarcimento da parte di un Padre che, insieme alla consorte, si era rivolto all’azienda Ospedaliera per un intervento di raschiamento e l’interruzione di una gravidanza. La decisione è stata presa in quanto la donna non più giovane, voleva evitare di incorrere in problemi durante la gravidanza. Inoltre, la situazione economica della famiglia non prevedeva l’arrivo di un altro componente. L’intervento è stato eseguito in modo sbagliato con la conseguente nascita di una bambina. La coppia  aveva già un altro figlio e con la nascita della seconda bambina aveva dovuto stravolgere il proprio assetto di vita: la donna ha dovuto rinunciare al proprio lavoro per occuparsi del neonato, mentre il marito ha deciso di presentare le dimissioni per incassare il TFR e avere la liquidità necessaria al fabbisogno della nuova arrivata. Nascita dunque, avvenuta contro la volontà di entrambi i genitori. Il Tribunale, con sentenza confermata anche dalla Corte d’Appello, non aveva ritenuto espressamente dimostrata la sicura volontà di abortire dei genitori. Il Padre della bambina ha quindi effettuato un ricorso in cassazione asserendo che la sentenza mancava «del tutto di argomentazioni logicamente comprensibili e giuridicamente idonee a sostenere la reiezione delle relative istanze».

EPILOGO

La Cassazione, con la sentenza 2675/2018, ha ritenuto che “le articolate richieste istruttorie sono state respinte senza  alcuna  plausibile  motivazione.”

Infatti, nonostante il rifiuto iniziale di concedere il risarcimento a entrambi i coniugi, era contemporaneamente stato accertato l’errore effettuato dall’azienda Ospedaliera in merito all’intervento di aborto.

Secondo la Cassazione  “in tema di responsabilità del medico per erronea diagnosi concernente il feto e conseguente nascita indesiderata, il risarcimento dei danni che costituiscono conseguenza immediata e diretta dell’inadempimento della struttura sanitaria all’obbligazione di natura contrattuale spetta non solo alla madre ma anche al padre in funzione dei diritti e doveri, che secondo l’ordinamento si incentrano sulla procreazione cosciente e responsabile considerando che agli effetti negativi della condotta del medico e alla responsabilità della struttura in cui egli opera, non può ritenersi estraneo il padre che deve perciò considerarsi tra i soggetti ‘protetti’ e quindi tra coloro rispetto ai quali la prestazione medica inesatta è qualificabile come inadempimento con il correlato diritto al risarcimento dei danni, immediati e diretti, fra i quali deve ricomprendersi il pregiudizio di carattere patrimoniale derivante dai doveri di mantenimento dei genitori nei confronti dei figli”.

Quindi alla fine della vicenda entrambi i genitori hanno avuto diritto al risarcimento per danni.

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