Il mondo degli smartphone e dei tablet entra sempre di più nell’organizzazione delle attività della vita quotidiana.
Con la sentenza n. 2259 del 28 dicembre 2017, il tribunale di Modena ha ratificato un ricorso congiunto per lo scioglimento del matrimonio di una giovane coppia che ha aderito al “Progetto Anthea”. Si tratta di un’App per Smartphone e Tablet attraverso la quale, le due parti,gestiranno il rapporto e le attività dei figli minorenni.
Un software ideato dall’Avv. Giovanni Casale, che consente una pianificazione delle attività che i figli devono svolgere, attraverso un sistema di creazione di eventi e scheduling di tutte gli impegni relativi ai minori.
COME FUNZIONA
L’App, disponibile per Android e IOS è in via di sperimentazione e non diventerà obbligatoria. I coniugi che affrontano una situazione di separazione o divorzio potranno richiedere di aderire al progetto Anthea e utilizzare l’app in questione.
Ecco le principali funzioni:
- Pianificazione per la gestione degli impegni dei figli con possibilità di variazione in tempo reale e comunicazione all’altro genitore;
- Comunicazione in tempo reale delle spese straordinarie all’altro genitore e la memorizzazione in un apposta area;
- Posting di foto delle attività dei figli (compleanni, comunioni, feste, recite scolastiche, ecc…) in forma di diario dei ricordi per essere condiviso con l’altro genitore e parenti (nonni ecc.);
- Condivisione delle informazioni sul rendimento scolastico;
- Possibilità di inserire “Allarmi” e “Notifiche” sui vari appuntamenti dei figli in modo da essere aggiornati in tempo reale.
Il costo dell’App è di 50€+IVA all’anno.
L’app è stata presentata anche in Parlamento presso la commissione bicamerale per l’infanzia e prevede il “congelamento” delle attività in modo tale da creare uno storico verificabile che costituisce un diario “nero su bianco” di un’eventuale assoluzione dei compiti da parte di entrambi i genitori.
CRITICITA’
Il progetto è per ora in via del tutto sperimentale e non mancano perplessità e dubbi sulla possibilità che uno strumento informatico possa davvero risolvere un problema relativo alla gestione dei figli durante un divorzio o una separazione.
Se, da una parte l’idea di avere uno strumento condiviso è di certo un modo per “oggettivare” il comportamento dei genitori nei confronti dei minori, dall’altra si rischia l’abuso dello strumento da parte di uno dei due coniugi che potrebbe tentare di produrre documenti a proprio favore attraverso un utilizzo più evoluto dell’app. E’ infatti noto che la capacità di relazionarsi con gli strumenti informatici non è per tutti uguale e l’app “Anthea” rischierebbe di facilitare o penalizzare una delle due parti meno “avvezze” alla tecnologia. Bisognerà vedere e seguire l’evoluzione della sperimentazione per capire se si tratti di uno strumento valido o di un ulteriore motivo di litigio.